I Bellicosi Progetti Primaverili Italiani del 1916 - Gruppo Alpini Roncegno

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I Bellicosi Progetti Primaverili Italiani del 1916

La 1a G.M.


I BELLICOSI PROGETTI PRIMAVERILI ITALIANI
DEL 1916


di Luca Girotto


Fin dall' 11 novembre 1915 il Comando supremo italiano, per potersi regolare sui compiti a carattere offensivo da affidare alla 1a armata nel periodo invernale, aveva chiesto al suo comandante, gen. Brusati, di conoscere quali operazioni di un certo rilievo egli ritenesse possibile e conveniente svolgere nei mesi successivi, tenendo conto delle particolari condizioni di clima e di terreno.
In data 17 novembre il Brusati rispondeva proponendo, relativamente al settore Brenta-Cismon, di svolgere non meglio definite"operazioni contro lo sbarramento di Levico ed il Panarotta", specialmente in caso di esito favorevole delle già iniziate azioni per il possesso della linea di cresta tra passo Cadino e forcella Valsorda (le sfortunate operazioni di Valpiana e Montalon, tentate tra ottobre e novembre).
Forse senza rendersi bene conto della reale situazione, il Comando supremo, in data 26 novembre, stabiliva che in Valsugana si dovesse mirare alla occupazione della linea Borgo-passo Cadino-Cavalese.
Praticamente si pretendeva di ottenere in inverno quello che la 15a div. non era riuscita ad ottenere in tutto il 1915: il forzamento della linea dei Lagorai e la discesa in val di Fiemme! Nonostante le immediate e ragionevoli rimostranze della 1^ armata, i cui responsabili facevano rilevare l'impossibilità di perseguire tali obiettivi per la copiosa neve caduta alle alte quote, Cadorna invitava nuovamente a prendere in considerazione l'operazione traendo profitto dalle numerose truppe alpine di cui la grande unità disponeva, nonché sottolineando come per tutta la zona gli austriaci non disponessero che di soli tremila uomini con una decina di mitragliatrici ed altrettanti cannoni da campagna.
Dopo una serie di comunicazioni epistolari tra vertici militari, il 21 gennaio del '16 il gen. Brusati, escluso che si potesse operare con vantaggio durante l'inverno in direzione di forcella Cadino e Cavalese, proponeva al Comando supremo lo svolgimento di un'operazione in val Brenta intesa a migliorarvi la situazione difensiva con l'occupazione, da un lato, della testata della val di Sella e, dall'altro, delle posizioni austriache di monte Collo, S. Osvaldo e Spigolo Frattasecca.
I vertici militari rispondevano positivamente il 5 febbraio, anche se l'azione aveva già visto un principio d'attuazione qualche settimana prima.
Fin dal novembre del '15 infatti, il V° Corpo d'armata aveva richiesto alla l5a divisione un progetto d'operazioni da effettuarsi in Valsugana e avente per scopo la occupazione di posizioni dalle quali fosse almeno possibile ostacolare le comunicazioni austriache tra Caldonazzo e gli altipiani di Vezzena e Lavarone: il disegno concepito dal gen. Farisoglio prevedeva l'occupazione di monte Carbonile e, successivamente, di monte Persico mediante un'avanzata nella alta valle di Sella; al V°corpo ciò non parve sufficiente, tanto da indurlo a richiedere addirittura la conquista dei nodi stradali di Caldonazzo e Levico e lo spostamento del fronte di fondovalle all' altezza di Vattaro!
Dopo gli insuccessi degli attacchi al Carbonile del 28 dicembre 1915 e dell' l gennaio 1916, seguì un periodo di perplessa attesa da parte italiana.
Già il 31 gennaio però, alla 15a div. giungeva l'ordine del V°corpo (generale Zoppi) di procedere al più presto all'occupazione di monte Broi, S. Osvaldo e monte Collo, per impedire al nemico di rafforzarsi in questi luoghi.
L'avvallo del Comando supremo a questi disegni offensivi giunse solo cinque giorni più tardi.
Le direttive di cui sopra attivarono tutta una serie di piccole azioni locali che costellarono il mese di febbraio, dall'occupazione di monte Collo (9 e 19 febbraio) a quella di Marter (29 febbraio), causando pure numerosi scontri con reparti avanzati austro-ungarici.
Il 1° marzo, pur riconoscendo il momento critico per la 15^ div. a causa delle sfavorevoli condizioni atmosferiche e della forza molto diminuita per le licenze invernali, il generale Zoppi esortava i comandi subordinati ad una maggiore energia, onde" (. . .) spingere le truppe al'incessante guadagno di terreno nelle direzioni volute, sia pure poco per volta ".
La conseguente ripresa delle operazioni culminò negli scontri del 14 e del 18 dello stesso mese, che portarono all'occupazione della linea q. 617 (a nord di Marter) -q. 870 (odierna q. 853 I.G.M.) - q. 1121 (a nord di Prà del Voto) fronteggiante i capisaldi austriaci di monte Broi e S. Osvaldo.
Questi ultimi episodi bellici, per quanto cruenti, rappresentarono però un semplice preludio ai violentissimi combattimenti del mese di aprile, nei quali il sangue di fanti, alpini e finanzieri avrebbe arrossato i boschi dell'agognato baluardo che, torvo e minaccioso ciclope, sbarrava la via di Levico e Pergine: il monte Panarotta (anzi, " la Panarota ", come dicevano i "veci" feltrini del btg Val Cismon, ''parchè l'è 'na gran vaca !").


Inverno 1915-1916: Standschutzen del btg. Zillertal, armati di fucili germanici Mauser M.88,
di guardia presso i reticolati del Semper Spitz.
Sullo sfondo, da destra a sinistra, il Fravort (1), il Kreuzspitz (4), il Rohjoch (2) e l,Oltmon (3).





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25/02/2023
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