L'Attacco tra Monte Collo e Larganza - Gruppo Alpini Roncegno

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L'Attacco tra Monte Collo e Larganza

La 1a G.M.


L'ATTACCO TRA MONTE COLLO E LARGANZA

di Luca Girotto


I due battaglioni e mezzo della colonna von Barza , scesi dalla val Portella per scagliarsi contro le posizioni italiane a nord del torrente Larganza, coglievano lo schieramento avversario in un momento particolarmente delicato poichè i reparti di prima linea si erano avvicendati con altri, nuovi della zona e privi di conoscenza del terreno, appena la notte precedente.
Il dispositivo italiano in questo settore si trovava pericolosamente sbilanciato in avanti in molti punti, senza adeguati rafforzamenti, privo di sbarramenti di reticolato eccetto che a nord di Desene, formato infine da una serie di piccoli posti avanzati scarsamente collegati tra loro aggirabili. La linea tenuta dalle regie truppe scendeva dalla vetta di monte Collo a q. 1492 (odierna q.1500 LG.M., Desene di sopra) , per proseguire poi su malga Selembis; da qui, traversando il torrente Chiavona, calava lungo l'ampia dorsale di Monte di Mezzo su masi Zotteli, q. 977 e masi Rozza, per piegare infine ad ovest fino a Tezzel di sopra (tra i torrenti Larganza e Larganzola). Tra la valle del Ceggio e monte Collo era in linea l'8a comp. dell'84°; la 6a era schierata tra monte Collo e q. 1492, la 7a a q. 1492, la 5a tra S. Anna, Selembis e Zotteli.
Il tratto Zotteli-q. 977-Teccel era invece presidiato dalla 4a comp. dell'84° reggimento fanteria e da reparti del XVII° btg della regia guardia di finanza; questi ultimi avevano tenuto tutta la linea fino alla notte precedente, quando erano stati finalmente rilevati.
Rimanevano tuttavia in linea i finanzieri di un plotone della 53a comp. (s. ten. De Montis), di scorta alla 5a btr da monto del ten. Moro postata tra Rozza e Zotteli, e tutta la 54a (con un plotone a Teccel di sopra e due a Ganarin).
Alle 6.00 del mattino, prima ancora che le ombre della notte si diradassero, il gruppo del col. von Barza avanzò senza l'appoggio dell'artiglieria.
A nord l'azione fu molto poco convinta: alle 6.20 si registravano modesti attacchi attorno a malga Selembis e puntate più violente contro q. 1492 con qualche cannonata da monte Cola, ma tutte le minacce vennero facilmente rintuzzate, tanto che già verso le 9.45 gli austriaci dovettero ripiegare dietro il costone sinistro del torr. Chiavona, da dove solo sparute pattuglie avrebbero infastidito gli italiani nei giorni successivi.
Ben diversamente andavano le cose più a sud, dove le colonne imperiali, i dalmati del IV/22°, penetrarono tra gli avamposti italiani come un coltello nel burro.
Verso le 5.00 il ten. La Ferla, con il plotone della 54° comp. R.G.d.F. schierato a Teccel di sopra, veniva investito da forze ingenti, quasi mezzo battaglione, e in breve travolto.
In realtà i finanzieri avrebbero dovuto ricevere il cambio dalla fanteria già la sera precedente, ma su ordine del comandante la 4a comp. dell'84° avevano dovuto mantenersi sulla posizione per mancanza di rincalzi.
Lo stesso ten. La Ferla così ricostruiva gli avvenimenti della mattinata:
" (...) il mio plotone si trovava a Tezzel alto, ove con cinque piccole guardie miste di fanteria e di finanza proteggeva la linea di avamposti compresa tra (...) Larganza e Larganzola, intersecata da un valloncello.
E fu appunto lungo questa depressione che, nella notte, il nemico, approfittando dell'oscurità, strisciò inosservato fin sotto le nostre piccole guardie.
Verso le ore 5.00 pronunciò l'attacco (...).
Da tutti gli uomini venne eseguito un fuoco accelerato di fucileria (...).
Le raffiche di piombo nemico battevano però così violente, da impedire un tiro efficace da parte nostra.
Il nemico irrompeva in forze (...) e ci accerchiava: (...).
Unica località atta a contrastare l'avanzata era quella denominata Tezzel di sotto, sulla quale ordinai pertanto il ripiegamento, avvertendo di ciò il posto di sinistra comandato dal S. ten. Sterbini, dell'84° fanteria.
Il ripiegamento avvenne sotto l'incalzare continuo di forze che si valutarono a circa mezzo battaglione.
A Tezzel di sotto, d'accordo ed in unione col S. ten. Sterbini, col mio e col suo plotone, rinforzati da un terzo plotone che trovammo colà, opponemmo salda resistenza all'avanzare del nemico, costretto a fronte a noi, fino a quando non giunsero dei rinforzi
. " (ten La Ferla).


Gli attacchi austriaci del 16 aprile 1916 contro Teccel (1), S. Osvaldo (2), Valcanai (3)
e quota 1100 di monte Broi (6). Il "noto cocuzzolo" (4) e quota 617 (5) sono incorporati nella linea italiana.


Quello che il La Ferla definiva diplomaticamente "ripiegamento" fu in realtà una vera e propria rotta: fanti e finanzieri, aggirati da est ad ovest dalle truppe dalmate scese da Glockenthurm, vennero ricacciati in disordine fin quasi ai masi Zonti e Cofleri, dove trovarono il grosso della 4a comp. dell'84°.
Le perdite del plotone della finanza ammontavano a 5 feriti e 12 dispersi. La situazione rischiava a questo. punto di essere gravemente compromessa: con gli austriaci padroni della val Larganza, il fianco destro dei difensori di S. Osvaldo risultava pericolosamente scoperto.
Per questo, già alle 7.30, la 4a comp. dell'84°, due plotoni della 1a  e della 2a, i resti del plotone di finanza e la 8a comp. del 32° fant., con l'appoggio ravvicinato della 5a batteria da montagna, vennero lanciati in un violento contrattacco che in poco tempo respingeva l'avversario sulle primitive posizioni permettendo di rioccupare Tezzel di sopra e di sotto.
Al prezzo di 4 morti, 17 feriti e l disperso, le regie truppe riuscirono a ripristinare una linea avanzata presso Teccel alto catturando ben 165 austriaci, tra i quali un ufficiale.
Una cinquantina di caduti avversari venne raccolta quel pomeriggio ed il dì seguente, dal reparto sanità di Roncegno, sul terreno dello scontro.
Mentre la colonna austriaca respingeva da Teccel le guardie di finanza del ten. La Ferla, più a nord/est iniziava un'altra delle tante frammentarie azioni della giornata, protagonista il III°plotone della 53a comp. della finanza distaccato sulla destra del torr. Chiavona, tra i masi Rozza e Zotteli assieme alla 5a btr da mont. .
A protezione immediata della batteria era stato collocato un piccolo posto di 6 guardie al comando dell'appuntato Darida Attilio.
Alle 6.30 del mattino, mentre sulla vicina q. 977 truppe della 4a comp. dell'84° respingevano con determinazione l'assalto di una colonna nemica, il plotone del S. ten. De Montis veniva improvvisamente attaccato da una compagnia austriaca.
Circa 200 dalmati, sopraffacendo la fiera resistenza di un piccolo posto e procedendo per la mulattiera che dalla località Stallat (q. 1508 LG.M.) scende su Zotteli, erano riusciti nottetempo ad infiltrarsi oltre le guardie avanzate ed a dirigersi verso il costone ove trovavasi la batteria, con la evidente intenzione di impadronirsi dei pezzi.
I primi gruppi giunsero ben presto all'avamposto dell'appuntato Darida, subito seguiti dal grosso, ma i 7 finanzieri senza perdersi d'animo aprirono un fuoco accelerato che permise al ten. Moro, comandante la batteria, di accorrere anch'egli con parecchi artiglieri
(L'appuntato Darida ebbe la medagia d'argento al V.M. per quell'azione, ma cadde purtroppo in combattimento il dì succesivo mentre dalle trincee di Zotteli, con lancio di bombe a mano, valorosamente contrastava l'ennesimo assalto) .
La sorpresa era stata sventata, ma la situazione rimaneva critica, soprattutto per la preponderanza numerica dell'avversario: il De Montis, con felice intuito, muoveva allora al contrattacco con finanzieri ed artiglieri e con azione avvolgente gettava lo scompiglio tra le fila nemiche.
Diversi soldati imperialregi rimanevano sul terreno, mentre un ufficiale e 21 uomini venivano catturati in pochi minuti; il resto battè velocemente in ritirata.
Allora, mentre il ten. Moro tornava ai suoi cannoni, il S. ten. De Montis, aggiunta alle sue guardie qualche squadra di fanteria degli avamposti adiacenti, si lanciò all'inseguimento degli austriaci ed essendosi costoro appostati in considerevole numero in una trincea ex-italiana sopra una sporgenza rocciosa, occupò con rapida mossa la testata di un canalone che la dominava.
Contemporaneamente un reparto della solita 4a compagnia, accorso dal piccolo posto di q. 977, apriva il fuoco sul nemico ormai disorientato che, vistosi circondato, dopo qualche scarica si arrendeva in massa.
Altri 48 prigionieri prendevano mestamente la via di Roncegno e numerosi altri cadaveri rimanevano sparpagliati tra i roveti d'acacie di Monte di Mezzo
(Per il suo comportamento in questa circostanza, anche il s. ten. De Montis fu decorato con medaglia d'argento al V.M.).
Stroncata nettamente ogni velleità offensiva del gruppo del col. von Barza, la guarnigione italiana del settore di monte Collo trascorse una notte abbastanza tranquilla; il mattino seguente, verso le ore 8.00, alcune pattuglie scese da Glockenthurm attaccavano a colpi di granate a mano masi Zotteli venendo rapidamente respinte.
Nel combattimento incontrava la morte l'appuntato Darida.
Alla stessa ora, al comando del XVII°btg RG.d.F. presso masi Ganarini si presentava la guardia Pantalloni Nicodemo la quale, ferita e fatta prigioniera la mattina del 16 a Teccel di sopra, era riuscita a sopraffare la sentinella,fuggendo nella notte e rientrando nelle linee
(Medicato e dichiarato guaribile in 10 gg, il Pantalloni raggiungeva zoppicando il suo posto di combattimento quello stesso giorno 17 meritandosi lui pure la medaglia d'argento al V.M.).
Dopo un ultimo attacco, anch'esso respinto, presso la gran guardia di malga Selembis, la situazione si stabilizzò e la linea monte ColloTeccel non venne ulteriormente disturbata fino al 25 aprile, giorno in cui il comando della 15a div. emanò l'ordine di ripiegamento sulle retro stanti posizioni di monte Collo- Desene-S. Anna - Boccheri-Stralleri- Postai-Zonti -Cofteri-Cadenzi.


16 aprile 1916: comando di compagnia della R.G.d.F. in località Desene.





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25/02/2023
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